Erroneamente la persona “media” relega la meditazione a strumento preferenziale di ascesi spirituale, o a momento di stacco dalla quotidianità per immergersi in atmosfere filo-orientali. E’ inoltre convinta che meditare equivalga a svuotare la mente dai pensieri e che tale sistema sia privo di dimostrabilità scientifica.
Questi enormi pregiudizi hanno impedito in occidente, ancor più in ambito psicologico e scientifico di prendere in esame la meditazione come strumento privilegiato per entrare in contatto con il proprio corpo, coi propri pensieri e colle proprie emozioni. L’accesso al proprio vero Essere può avvenire solo ad uno stadio successivo, ben più avanzato.
Occorre dunque procedere gradualmente acquisendo piano piano consapevolezza del funzionamento della propria macchina biologica.
Nessuno di noi è mai stato educato sin dalla nascita a conoscere davvero il funzionamento del proprio apparato bio-psico-emotivo. Ci accorgiamo e ci preoccupiamo della nostra macchina solamente quando si blocca o allorquando la sua attività presenta degli squilibri.
Come può venirci incontro la meditazione in questa conoscenza e che cosa è esattamente?
Innanzitutto posso affermare per esperienza diretta su me stessa e sui miei clienti che la meditazione, in particolare quella guidata nel caso di persone inesperte (la maggioranza), consiste in una tecnica di concentrazione molto potente. Infatti attraverso di essa è possibile portare l’attenzione mentale su un oggetto specifico e preferenziale che è il corpo. E’ indispensabile creare una cornice calma, accogliente, silenziosa, accompagnata al massimo da musica new-age, classica, tibetana…, per invitare poi la persona a sdraiarsi in una posizione comoda e rilassata o a stare seduta su una sedia con la pianta dei piedi a contatto col suolo o,se il fisico glielo consente, di stare seduta a gambe incrociate (posizione del loto) e schiena ben eretta, senza avvertire tensioni alla zona lombare per alcuni minuti .
Nei casi di persone che soffrono di disturbi d’ansia, in particolare clienti che si trovano ad affrontare attacchi di panico, la meditazione risulta molto efficace, in quanto guido l’altro a sentire consapevolmente a occhi chiusi la postura, l’orientamento spazio-temporale, il corpo nella sua interezza e nelle singole parti, il respiro naturale che fluisce nelle sue fasi cicliche di inspiro ed espiro.
I clienti solitamente si stupiscono del piacere che provano a percepirsi, a sentirsi per la prima volta, come bambini che si meravigliano davvero di tutto ciò che sperimentano e assaporano. Mi riferiscono che non sanno cosa sia il loro corpo, o meglio non si ricordano quasi mai di disporre del corpo, di uno strumento prezioso, ma assai svalutato rispetto allo strumento mentale oppure idolatrato soltanto nella sua esteriorità più superficiale.
Questa esperienza di attenzione conscia sul corpo presenta diversi scopi ed effetti:
Nei disturbi d’ansia la macchina umana è coinvolta a tutto tondo e ne risulta una disarmonia più o meno accentuata e pervasiva. L’aspetto corporeo mostra segnali forti di tensione solitamente a livello respiratorio e infatti le persone riferiscono l’incapacità di respirare a fondo, a pieno o di avvertire una sensazione orribile di impossibilità di respirare, di chiusura totale, di claustrofobia.
Inoltre spesso il battito cardiaco è accelerato e le tensioni muscolari fino a blocchi intensi si presentano a livello dell’addome, delle spalle, della schiena, della colonna vertebrale, delle gambe. A questo quadro fisiologico di attivazione del sistema nervoso autonomo simpatico (come se la persona stesse preparando il corpo a un attacco a una fuga dinanzi a un pericolo mortale) si aggiungono poi emozioni di paura costante, ansia, evitamento di situazioni stressanti.
Come affrontare dunque queste sintomatologie ansiose?
Ripeto dunque che la via della meditazione guidata risulta indispensabile per potere riprendere contatto con se stessi, ricollegarsi al proprio sentire, mettendo in connessione costante corpo, mente ed emotivo. L’unico modo è riarmonizzare queste parti osservandole in maniera più oggettiva, ovvero come se le potessimo osservare in terza persona, senza identificarci costantemente in esse e rimanendo consapevoli, desti di fronte alla nostra cara macchina umana. Indubbiamente l’osservazione è un processo complesso che richiede un lavoro costante senza aspettativa di risultati. L’osservazione sarà però trattazione più approfondita in un altro articolo.
Negli ultimi anni la scienza sta esaminando gli effetti benefici e salutari della meditazione, grazie anche a persone come M. Richard, buddista tibetano di origine francese, il quale si è sottoposto a TAC e ad altri esami per dare possibilità all’occidente di cogliere l’importanza e la validità di tale tecnica. Infatti dagli studi è emerso come in persone medie la meditazione costante di alcuni minuti al giorno induca maggiore rilassamento, capacità di compassione e appagamento esistenziale.