Amore autentico e dipendenza affettiva

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Intimità vera o dipendenza per la difesa dal dolore?

Questo argomento riguarda ovviamente i rapporti sentimentali, famigliari ed amicali in cui si dà per scontato che ci sia dell’amore. Una verità spiacevole da ammettere, ma “più vera del vero” è che una buona intimità è rara. Più i rapporti sono intimi, più sollecitano la rielaborazione di vissuti dolorosi, più facilitano l’attivazione delle difese. In buona misura, i rapporti “intimi” sono caratterizzati da odio, svalutazione, sfruttamento, illusione, distacco e manipolazione. In genere, le manovre sono consensuali e ognuno dei partner “ricambia” a modo suo. Entrambi comunque fingono che tutto vada bene.

In psicoterapia si ha l’opportunità di approfondire il reale significato di tante cose che apparentemente “capitano” o “non vengono fatte apposta” o “non hanno senso” e di scoprire che hanno un senso ben preciso (difensivo e distruttivo).

Raramente nei rapporti d’amore si accetta di avere desideri ed aspettative molto forti e quindi di avere una dipendenza affettiva particolarmente intensa dall’altro. Molte relazioni sono costituite da manovre volte a ottenere pseudogratificazioni sentite come indispensabili, oppure volte a “bilanciare” la dipendenza con segnali di autonomia, fastidio, svalutazione. Il risultato è la costruzione di rapporti a due livelli: al livello più profondo si vivono inconsapevolmente illusioni di appagamento infantile e rancori per il mancato appagamento, mentre al livello superficiale si dichiarano desideri adulti (che in genere sono poco sentiti) o si esibiscono manifestazioni di scarsa dipendenza.

Nei legami superficiali si chiede poco e si finge che ciò che si ottiene sia sufficiente; nei legami idealizzati si dichiara che si è completamente appagati e ci si illude di esserlo (finché non ci si confronta col fatto che il/la partner è solo una persona, una persona reale); nei legami sadomasochistici (che sussistono anche senza bizzarri comportamenti sessuali) un partner respingente e svalutante sperimenta l’illusione di stare nel “comodo” ruolo della madre frustrante anziché nel proprio ruolo (caratterizzato da vissuti atroci), mentre l’altro partner subisce umiliazioni pur di sentirsi vittima e quindi fondamentalmente superiore al partner svalutato. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi, ma di fatto la gente sta assieme principalmente per ragioni di questo tipo. Queste non sono le ragioni più profonde, né le uniche, ma sicuramente sono le ragioni che con più efficacia danno un particolare “colore” alle relazioni. Basta notare alcune stonature “minime” nei rapporti di coppia per capire il gioco distruttivo che viene tenuto in piedi sempre ed a tutti i livelli.

L’amore va considerato un’emozione?

Penso che l’amore vada considerato un’emozione come le altre, in quanto, come la paura o la gioia delimita un insieme di azioni con le quali una persona affronta la realtà. La presenza fisica o immaginata di una cosa o di una persona o di un’entità astratta ci dà l’occasione per rispondere ad es. con dolore, con rabbia oppure con amore.

L’amore non esprime semplicemente il modo in cui la persona si sente rispetto all’asse piacere/dispiacere, in una data circostanza. Esprime anche la capacità di entrare in contatto con qualcosa o qualcuno prescindendo dai desideri. Amando si fa un’azione particolarmente sottile e complessa .L’amore, così come è stato qui presentato richiede un’elaborazione cognitiva del rapporto molto più sofisticata di quella implicata dal desiderio, richiede una concettualizzazione della persona in quanto entità indipendente dalla relazione e richiede una capacità di appagamento “di tipo contemplativo” che è qualitativamente più profonda di quella normalmente collegata ai desideri. I genitori, quando non sono in difficoltà psicologiche, trattano i figli come persone, ma i figli li trattano solo come genitori; solo col tempo imparano a trattare i genitori come persone ed imparano anche ad amarli.

L’amore è una emozione “di ordine superiore” che non è mai implicata nei disturbi psicologici. E’ molto facile scovare nelle difese o tra le difese la paura di dipendere affettivamente, la paura di non essere amati, la seduttività manipolativa ecc. Non si “trova” mai l’amore scomponendo i problemi, ma ci si sente letteralmente abbagliati da slanci amorosi quando i clienti abbandonano le difese, le paure e le convinzioni irrazionali. In quei momenti diventano “liberi di amare” poiché proprio la paura dei vissuti ostacola l’amore. Inoltre, amare è piacevole in un modo assolutamente diverso dall’essere amati.

Quando la paura dei vissuti dolorosi viene superata, l’amore si sviluppa e si manifesta in modo del tutto spontaneo poiché corrisponde ad una capacità fondamentale di tutte le persone. La capacità di amare affiora con il superamento della paura. della persona.