Che cosa manca ai genitori per potere accompagnare nella crescita i propri figli in maniera saggia e consapevole?
Gli ingredienti sono principalmente due:
Questa ignoranza e questa forma di educazione autoritaria che dirige eccessivamente i bambini, che li giudica in base al raggiungimento di un obiettivo in tempi prestabiliti e omologati li rende schiavi della paura di essere umiliati, esclusi, rifiutati dai genitori, dagli educatori se non si adeguano agli standard imposti.
Dunque dall’ ‘800 in avanti si è di nuovo riaperta la strada dell’EDUCARE ALLA LIBERTÀ nel rispetto degli altri.
Infatti spesso inconsciamente si attribuisce all’idea di libertà il “fare e dire quello che di impulso arriva senza curarsi di urtare i bisogni altrui”.
In fondo fatichiamo a riconoscere il valore e il senso profondo della libertà perché sostanzialmente siamo stati educati appunto alla schiavitù e qui mi esprimo apertamente come psicologa, come donna, madre, figlia, moglie.
Tolstoj nel 1859 fece un tentativo di educazione libertaria, così fece Maria Montessori nell’idea di educazione volta ad aiutare il bambino a fare da solo, a raggiungere una piena autonomia.
Anche Rudolf Steiner nel 900 si fece portavoce e fautore di una forma educativa volta alla libertà dei bambini come essere incarnati aventi una natura unica, un intreccio tra spirito e corpo.
In particolare con la pedagogia steineriana emerge la necessità sia per i genitori che per gli educatori di osservare i cicli di crescita dei figli.
Il primo ciclo è quello in cui in bambino esprime al massimo grado la sua volontà (non riflessiva né mediata dall’attesa, ma con la necessità della gratifica immediata) e sperimenta il mondo attraverso il corpo e i cinque sensi e apprende attraverso l’imitazione dei grandi di riferimento.
Inoltre impara veramente e in maniera spontanea attraverso il gioco e avendo a disposizione il minore numero di giochi tecnologici e preconfezionati poiché può lasciare libera l’immaginazione e creare nuovi mondi e trasformare ad esempio alcune sedie e un foulard in un treno magico, oppure in una capanna di animali del bosco, o in un tunnel da attraversare…
Le bambole dovrebbero essere di stoffa e semplici con un accenno di occhi e bocca lasciando la proiezione dell’emozione sulla bambola al bambino. Infatti la bambola può ridere, piangere, essere sorpresa e divenire un tramite e un contenitore di gestione di onde emotive.
L’assunzione di responsabilità è limitata e il bambino può apprendere piano piano le regole, l’ordine attraverso appunto l’imitazione del tuo buon esempio e tramite il gioco piacevole.
Come di riflesso aiutare i bambini a essere se stessi in questa fase di crescita?
La ricerca del contatto visivo, del contatto fisico ed empatico, l’accoglienza nel prenderlo in braccio e rassicurarlo per farlo ripartire poi a sperimentare il mondo circostante.
Per il bambino pieno di fiducia nel venire al mondo e desideroso di esserci, il mondo (come sosteneva Steiner) è BUONO per cui sta nei genitori e poi negli educatori di nido e materna mantenere viva la fiamma della fiducia, e dell’integrità per poi imparare a discernere il pericolo da situazioni sicure.
Il pianto va compreso perché indica un disagio e non un capriccio privo di senso.
Siamo noi a dovere comprendere e a fornirgli gli strumenti per crescere anche affettivamente ed emotivamente.
Il secondo ciclo è incentrato sullo sviluppo della ragione, dell’intelletto per cui il bambino non imita e basta ma segue l’adulto che stima e che gli mostra bellezza e armonia e a cui sente di potere rivolgere la sua curiosità e i suoi continui perché.
I bambini non si fermano alle apparenze o alle prime risposte superficiali poiché desiderano conoscere la verità e comprenderla.
Il bambino che piano piano diviene un ragazzo inizia a sentirsi più autonomo, soprattutto rispetto alla mamma e inizia ad assumersi alcune responsabilità nel quotidiano in maniera graduale, ad esempio iniziando a riordinare ciò che ruota intorno a lui, come giochi, libri, la cartella, la stanzetta.
Può iniziare a occuparsi di un animale domestico, può fare qualche commissione comprando in un negozio vicino a casa pane, frutta, verdura e imparando la gestione e il valore del denaro.
Può sperimentare in maggiore autonomia la cucina di tanto in tanto, senza che ciò risulti un obbligo pressante.
Va aiutato nella gestione del tempo e della attività che vanno scandite in maniera ritmata e non frettolosa.
Gli serve un ascolto profondo di ciò che fa, sperimenta, intuisce, dei dubbi che gli sorgono. Inoltre inizia a sviluppare gli aspetti correlati alla polarità che gli appartiene cioè maschile o femminile. Al nostro interno abbiamo entrambe le polarità che andranno equilibrate cosa che capita raramente tra gli adulti e che porta patologie e squilibri.
Il terzo ciclo è fondato sulla espressione della sfera emozionale e sullo sviluppo di una autonomia più piena.
Questa viene definita anche Adolescenza e comporta cambiamenti importanti a livello fisico volti a conseguire la maturità fisica e sessuale.
In questa fase è importante coinvolgere il ragazzo nell’esprimere pareri, ideali, ad assumersi sempre più responsabilità mostrandogli il sostegno.
Noi genitori, psicologi, educatori abbiamo il compito delicato di accettare anche che sbaglino.
I ragazzi iniziano a integrare la polarità complementare meno sviluppata.
Steiner parla dell’emersione del mondo GIUSTO per i ragazzi che iniziano ad avere un ingresso nel sociale e iniziano ad avere gli strumenti e la fiducia per affermare se stessi, i propri ideali, i propri talenti per contribuire a una società più evoluta e collaborativa.
Approfondiremo anche il Metodo Balance che comunque integra contributi psicologici, educativi e strumenti dello Yoga al fine di accompagnare e sostenere i genitori in maniera particolare nella guida educativa alla libertà dei propri figli e nell’affrontare le continue sfide della crescita con responsabilità, leggerezza e amorevolezza.
Siamo noi per primi a volerci de-condizionare ed educarci a essere, per poi aiutare i nostri figli, bambini e ragazzi a essere più liberi.
Se desideri scoprire il tuo potenziale di genitore che facilita l’espressione della natura del proprio figlio, e che aiuta a sciogliere dubbi, conflitti e insicurezze puoi contattarmi.
Come Psicologa sono lieta di ricordarti della bellezza e della ricchezza dell’essere genitore e di mostrarti strumenti utili affinché la genitorialità sia meno subita, condizionata, e più goduta a pieno e in maniera consapevole e gioiosa.