Se la fragilità emotiva consiste nella sensazione di andare in pezzi e perdere il proprio senso di interezza, equilibrio e stabilità, allora sarà nostra premura ritornare lì.
Quali passi uno dopo l’altro dovremo percorrere per trovare la strada dell’interezza?
1- Innanzitutto proviamo ad allentare la presa del giudizio e accogliamo il nostro essere fragili come un fiore prezioso che, innanzi a venti che soffiano in differenti direzioni, oscilla in maniera morbida senza spezzarsi.
2- Proviamo poi ad osservare quando perdiamo il senso di interezza, ovvero dinanzi a quali stimoli esterni reagiamo in maniera meccanica secondo determinati copioni influenzati da convenzioni acquisite.
Come se fossimo spettatori di un film che ci crea emozioni molto intense.
Ad esempio possiamo scoprire che ogni volta che qualcuno ci dice che non siamo capaci di fare qualcosa, questo innesca in noi una lettura/interpretazione mentale errata che in qualche modo ci manda in frantumi.
Infatti noi leggiamo ciò che ci viene detto come “sono incapace, non sono mai all’altezza, sono sbagliato” oppure, al contrario, anziché avere un’interpretazione autoaccusatoria e svalutativa, potremmo avere una interpretazione di tipo più paranoico come “Gli altri non capiscono, sono insensibili, poco attenti, poco amorevoli; gli altri non sono buoni e sono pericolosi”.
3- Cogliere di sorpresa le interpretazioni “strambe” su noi stessi e sugli altri magari con ironia e leggerezza e minore rigidità di giudizio ci permette anche di accettare e accoglierci, anche quando in base a quegli schemi della vita parliamo e agiamo in maniera impulsiva.
4- Le emozioni diventano un riflesso delle interpretazioni personali per cui le emozioni che sono onde neutre acquisiscono una colorazione specifica in base al tipo di pensiero. Ad esempio se il mio data base mentale interpreta (in base a influenze/insegnamenti) un tramonto come la fine della giornata e per me “fine=lutto=perdita=sofferenza”, allora l’emozione meccanica e consequenziale che ne scaturirà sarà “tristezza, angoscia, paura”.
Se, al contrario, mi hanno trasmesso oppure ho scoperto nel tempo che il tramonto ha la qualità di “dolce riposo ristoratore”, abbandono per rigenerarsi, allora l’emozione sarà molto diversa, piacevole e carica di una leggera gioia.
5- Infine possiamo notare come cambia il nostro corpo, la nostra postura, il ritmo del nostro respiro quando le interpretazioni “strambe” soggettive prendono il sopravvento durante la maggior parte della giornata.
Questo campo di osservazione è molto vasto e pure divertente se impariamo il corretto atteggiamento di coglierci e sorprenderci nelle nostre meccaniche.
6- Questo ci porta ad ampliare la consapevolezza degli stati emotivi vissuti ovvero la coscienza emotiva ma anche del nostro corpo e della nostra mente per cui avremo un ampliamento complessivo della coscienza come una sfera che si espande includendo molti punti e spazi di realtà. La visione dunque sarà più oggettiva.
7- Potremo riconoscere anche i tipi di emozioni, la qualità, l’intensità, le sfumature, la localizzazione nel corpo e saremo sempre più in grado di riconoscerle e di individuarne le cause psichiche.
8- Dopo una buona fase di osservazione possiamo iniziare a interagire con le emozioni, provando a modificare atteggiamenti posturali scorretti e negativi orientandoci a posture, gesti, mimica più consapevoli, aperti, con un atteggiamento mentale di scoperta, di integrità, dignità e fierezza.
9- Potremo nel presente riassorbire i traumi che ci avevano da piccoli mandati in frantumi generando fragilità emotiva. Cercheremo dunque di allenare la mente coltivando un prato di pensieri profumati, distogliendoci il più possibile dall’ automatismo delle erbacce infestanti dei pensieri distruttivi rivolti a noi stessi o agli altri.
10- possiamo anche coltivare contesti che ci aiutino a crescere l’autostima, il rispetto, lo scambio, l’empatia, la compassione, la collaborazione tenendo una distanza da ciò che ci avvelena e se non possiamo farlo fisicamente proviamo ogni giorno a conservare un atteggiamento mentale di osservazione della sofferenza altrui e della sua origine per non essere trascinati dalle onde emotive meccaniche trasmesse intorno.
11- Dunque superare la fragilità emotiva è un progressivo allenamento alla consapevolezza di emozioni, pensieri e corpo per ritrovare interezza, stabilità, forza ed elasticità innanzi agli imprevisti e prove dell’esistenza.
Con l’aiuto di uno psicologo a Bologna possiamo percorrere questo viaggio e ritrovare interezza e benessere, per noi e per gli altri.
Se desideri fortemente percepire nuovamente il senso di interezza o magari scoprirlo, puoi contattarmi.
Assieme coglieremo quali aspetti di fragilità emotiva ti mandano in crisi e troveremo il percorso più adatto per attraversare le tappe verso l’interezza.