E’ possibile uscire dal tunnel della fatica di vivere, della depressione e del cinico disinteresse? SI!
La corrente sociale odierna in cui siamo immersi è connotata proprio dal senso di fatica, sofferenza e insofferenza innanzi alla vita, ai suoi accadimenti, fino a sfociare nell’ostilità, nella sfiducia, nel cinismo gelido o nel disinteresse privo di senso di responsabilità. E si continuano a chiudere gli occhi innanzi ai nostri limiti e ad additare gli altri di nostri limiti.
La tendenza generale è l’isolamento in se stessi, in un guscio ristretto, più o meno rigido che impedisce di cogliere una verità semplice: non esiste un IO e un TU divisi. Tale illusione ci deriva dal fatto di vivere in un corpo che è sempre lo stesso dalla nascita e distinto da quello degli altri, dall’ avere un nome che determina una identità e dall’avere ricordi (spesso dolorosi) personali.
Esiste in verità un NOI che la mente condizionata di ciascuno mette su uno sfondo opaco. Come se una goccia di acqua dimenticasse, quando è immersa nell’oceano, di farvene parte. Dimenticarsi della sua appartenenza non elimina la sua natura più autentica. Ovviamente non basta soltanto ricordarsi di questa verità, eppure riportarla a galla e condividerla con semplicità credo sia molto importante.
E’ come ritrovarsi sotto un porticato rustico di un casolare di campagna agli albori dell’estate calda e dorata: una dozzina di amici di infanzia attorno a una bella tavola rotonda imbandita di cibi gustosi scelti e preparati con cura, sorridono e si guardando negli occhi, riconoscendosi l’uno nell’altro, sentendo con piacere il gusto dell’aria frizzante, il tepore dei cuscini su cui sono seduti, i mattoni rossi su cui poggiano i loro piedi, la freschezza dei visi rilassati, la luminosità del vino che riflette i raggi che filtrano dalle fronde di gelsomino lungo gli archi del porticato…La naturalezza dello stare assieme, dell’esser-ci, senza dispersioni mentali lungo la linea del tempo, nel pieno presente. Ognuno contribuisce alla bellezza di questo ritrovo, ognuno dona qualcosa di sè, senza pretesa di un ritorno, fosse anche solo di un riconoscimento. Tutto è in armonia così come è.
Ecco…una immagine, una poesia, gettare lo sguardo attorno e cogliere l’appartenenza a questa Bellezza, condividere e riconoscere il bello, le qualità, i colori propri a ciascuno, dona pienezza, commozione, aiuta ad aprirsi, a sbocciare.
E’ un invito,un incoraggiamento a non sostare troppo nel dolore dell’isolamento, e a percepire, a intuire la possibilità di accedere a una condizione interiore più appagante. E’ poi essenziale seguire un percorso di crescita personale per proseguire seriamente e accedere in modo più stabile a questo stato interno di coscienza. Serve riarmonizzare la sfera mentale, emotiva e corporea per accedere ancora di più a una visione più reale, al sentire di cuore di essere NOI e non soltanto un piccolo e fragile IO.