Disturbi psicologici e psicosomatici correlati alla rigidità del corpo

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Rigidità del corpo: segno di un blocco psichico, emotivo, energetico, vitale

Essere coscienti del proprio corpo significa osservarne prima di tutto la presenza o assenza di armonia nel suo complesso, ovvero coglierne la fluidità dei movimenti, l’elasticità, la tonicità, la stabilità, la centratura. Troppo spesso, (e qui mi ripeto, dato che é essenziale il lavoro sul corpo) siamo dimentichi del nostro corpo, lo lasciamo ad automatismi dannosi. Lo strumento fisico ci segnala i blocchi psico-emotivo-energetici, e lo fa con grande precisione e con il giusto livello di intensità. Quanto più la mente ignora il segnale tanto più il corpo lo evidenzia con sensazione di dolore, tensione, blocco, calo energetico.

Cosa significa? L’energia o soffio vitale per sua natura, scorre, e ogni essere umano dovrebbe lasciar scorrere tale energia. Ciò porta alla percezione di armonia, equilibrio bio-psico-emotivo-relazionale.

Tuttavia la possibilità di far fluire l’energia vitale é messa a dura prova dagli innumerevoli condizionamenti che derivano dall’infanzia (schemi educativi, sociali, culturali…)

Un bambino nasce con una enorme energia vitale, al massimo della sua libera espressione di tutto il suo ciclo esistenziale. Infatti si può osservare la forza, il calore e l’intensità di energia che emanano i neonati. Preciso che questa massima espressione di energia vitale é presente in un involucro psico-emotivo-corporeo primordiale. Il neonato dispone cioè di strumenti che dovrà sviluppare ma che sono ancora pure potenzialità che non sa gestire e neppure coordinare e integrare. Necessita dell’Altro per apprendere e co-costruire nella relazione la personalità. L’altro col suo bagaglio di condizionamenti, blocchi, induce, spesso inconsapevolmente, il bambino a restare entro angusti perimetri, confini di vita. É come se ogni bambino crescesse dentro una piccola fattoria recintata, magari anche da favola, senza la possibilità di vedere il resto del mondo, i paesaggi, il mare… Lui si convince che la sua fattoria é il mondo e lì inizia a bloccarsi l’energia vitale, dentro i confini di un corpo delimitato in certi stereotipi di mimica, gestualità,voce, postura. La mente del bambino costruisce schemi duali (giusto/sbagliato, buono/cattivo, bello/brutto…) e spesso errati in base all’educazione, abbandonando sempre più la consapevolezza delle sensazioni del corpo. Inizia perciò l’allontanamento, la separazione della mente dal corpo con conseguente blocco dell’energia vitale, che si manifesta sia nella fisicità, sia nella riduzione dell’espressione creativa, artistica, immaginativa e del calo di fiducia nelle potenzialità proprie e di quelle dell’essere umano in generale. Nel momento in cui l’adulto insegna che poche cose sono possibili da realizzare, il bambino si demotiva e si imprigiona. Ciò non significa che un genitore o un insegnante non debbano dare regole e divieti: essi sono indispensabili per favorire una condivisione e rispetto sociale e consentire un buon inserimento nella comunità umana.

I disturbi psicosomatici, l’ansia, la depressione, le dipendenze da sostanze, i disturbi alimentari, le allergie, le “coliti”, i disturbi dell’apparato gastrointestinale, le affezioni respiratorie come l’asma, i disturbi del centro sessuale come le impotenze, disturbi dermatologici (dermatiti, psioriasi, herpes…) e tante altre sintomatologie, sono di fatto espressioni più accentuate di questo allontanamento della mente dal corpo. L’unico lavoro, autentico, consapevole e profondo comporta la riconciliazione di questi due aspetti essenziali dell’essere umano. Gli strumenti per l’integrazione possono essere molteplici, il fine è sempre però l’unità integrata e armonica delle nostre parti, per fare fluire l’energia vitale.