L’ansia può essere correlata ai fattori : biologico, genetico, psichico o cognitivo e sistemico relazionale. I diversi approcci teorici hanno posto l’accento su un particolare fattore: per questo motivo tratterò congiuntamente i due temi.
L’ ottica biologica è orientata a studiare le basi della biochimica cerebrale e della neurofisiologia dell’ ansia . Attualmente si ritiene che l’ ansia stimolata dal sistema nervoso centrale preceda le sue manifestazioni. I principali neurotrasmettitori implicati nell’ ansia risultano l’ adrenalina, la serotonina e l’ acido gamma-aminobuttirico (GABA) . Negli ultimi anni alcuni studi hanno sostenuto una implicazione del sistema noradrenergico nei disturbi d’ ansia . I ricercatori tendono a imputare a una disfunzionalità della regolazione dei sistemi noradrenergico, serotoninergico e GABAergico l’ ansia e i suoi correlati sintomatologici . Il primo sistema innerva principalmente il locus coeruleus, la corteccia cerebrale, il sistema limbico e altre porzioni del sistema nervoso centrale. Per quanto concerne la serotonina, l’ uso dei farmaci antidepressivi ha dimostrato una parallela diminuzione dell’ ansia, verifica sperimentale del legame che tale neurotrasmettitore intrattiene con quest’ ultima . Dal punto di vista neuroanatomico, nella sindrome ansiosa vengono chiamati in causa il locus coeruleus e i nuclei del rafe , settori che proiettano le loro connessioni alla corteccia e al sistema limbico. Essendo connesso colla regione paraippocampale, il giro cingolato e l’ ippocampo, il primo è verosimilmente implicato nei disturbi d’ ansia . Il legame tra corteccia frontale, le regioni ricordate e l’ ansia ha trovato alcune verifiche nei soggetti affetti da epilessia del lobo temporale e da disturbo ossessivo-compulsivo. C’ è associazione tra sistema GABAergico e l’ impiego di benzodiazepine (ansiolitici), legame che vede le seconde in grado di ridurre l’ ansia mediante l’ aumento dell’ acido gamma-aminobutirrico a livello recettoriale. L’alprazolam (molecola ad alta affinità per i recettori GABA ) ha dimostrato una sicura efficacia nell’ ansia e nel disturbo da panico . Ciò ha suggerito che i soggetti con patologia ansiosa potrebbero presentare un’ alterata funzionalità dei recettori GABA. In pazienti affetti da disturbo da attacchi di panico è stata dimostrata un’ alterazione del lobo temporale destro attraverso la tomografia assiale computerizzata e la risonanza magnetica . Altri studi di diagnostica strumentale (PER e EEG) hanno messo in evidenza anomalie nel funzionamento della corteccia frontale, delle aree occipitali, temporali e paraippocampali. Nell’ ansia i sintomi prevalenti possono essere suddivisi in due grandi categorie : fisici e psichici . Ai primi appartengono l’ irrequietezza motoria, la sudorazione , la bocca secca , i tremori , le palpitazioni , la tachicardia , l’ oppressione toracica , la sensazione di mancanza d’ aria , la sensazione di vertigine e di sbandamento , l’ affaticabilità fisica , la pollachiuria , il nodo alla gola , l’ anoressia , i disturbi gastrointestinali , la diarrea , la nausea , la cefalea da tensione , l’ ipertensione sistolica, le vampate di caldo , i brividi e i malesseri fisici .
Alla seconda categoria (quella psichica ) appartengono l’ apprensione, il senso di attesa angosciosa, l’ aumento di tensione, il senso di paura per la previsione di pericolo, la preoccupazione e l’ipervigilanza, l’irrequietezza e l’impazienza, l’affaticabilità, la distraibilità, la difficoltà a concentrarsi , i disturbi della memoria e del sonno.
Le ricerche sulla genetica dell’ ansia hanno proposto alcune verifiche sulla familiarità nel disturbo di panico, fenomeno rappresentato dal fatto che un’ alta percentuale di pazienti affetti da DAP , hanno parenti di primo grado affetti dalla stessa patologia psichiatrica. L’inibizione comportamentale prevale nella giovane progenie di genitori con disturbi da panico e agorafobia. Ricerche sui disturbi d’ ansia effettuate su campioni di gemelli hanno verificato una maggiore concordanza della sintomatologia nelle coppie monozigote (40% ) rispetto a quelle dizigote (7%).
Altri studi mettono in luce una più alta concordanza di disturbi d’ ansia nelle coppie monozigote di familiari affetti da disturbo di panico rispetto a familiari con patologia ansiosa generalizzata . Rispetto alle influenze genetiche , va infine rilevata la difficoltà metodologica insita nello stabilire se, l’ aumento di disturbi d’ ansia in parenti di primo grado di familiari affetti da patologie , sia valutabile come una conseguenza genetica oppure quale risultato della sistematica e prolungata esposizione del bambino a una figura genitoriale ansiogena .