La conoscenza della fisiologia del centro sessuale maschile e femminile

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Introduzione

Da dove derivano le nostre informazioni sull’anatomia umana, in particolare sul centro sessuale?

Possiamo rispondere in modo molto sintetico: una o due lezioni alle scuole medie inferiori e superiori da parte del docente di biologia. Al di là di questo, la famiglia evita l’argomento, tabù oramai da almeno mille anni nella società occidentale. Al massimo un genitore si limita a dare raccomandazioni sulla contraccezione per prevenire un concepimento o la trasmissione di malattie veneree. Difficilmente si va oltre. Il resto della disinformazione viene dai coetanei, in particolare per gli adolescenti, dai media che condannano il nudo integrale in prima serata e che tuttavia tramite programmi, pubblicità mostrano e influenzano le masse sul piano emotivo e sul piano sessuale. Il messaggio è quasi sempre lo stesso: la donna può catturare l’uomo o raggiungere obiettivi sociali tramite la seduzione e l’atteggiamento provocante , evitando la volgarità. Il resto rimane tra le righe in un sospeso che sollecita e solletica le fantasie sessuali, favorendo un certo consumismo. Il resto della disinformazione passa dai siti pornografici, dalle chat erotiche e via dicendo, dove la trasgressione diviene la normalità, la prestazione meccanica e fasulla diventa il modello da imitare, o la fantasia segreta e perversa da realizzare. La virtualità mentale va a sostituire la percezione reale del corpo. Viene stimolata solo la vista a discapito degli altri organi sensoriali fondamentali nell’esperienza sessuale individuale e di coppia.

In sostanza la persona media è spesso disinformata o informata male relativamente a questi aspetti fondamentali della vita dell’essere umano. Le religioni chiaramente hanno bloccato e relegato la sessualità a una condizione terribile: il peccato.

I giovani di oggi vivono ancora l’influenza della Chiesa in particolare attraverso l’educazione familiare. La sessualità rappresenta il limite-tabù affrontato nei seguenti modi:

1- timore, paura di una punizione ancestrale, paura di perdere il controllo, con conseguente resistenza alla sperimentazione e blocchi sessuali e relazionali

 

2- ribellione e trasgressione ai divieti, come risvolto della stessa medaglia (si fa riferimento allo stesso sistema di valori), alla ricerca di sperimentazioni spesso eccessive, innaturali, fino alle perversioni e alla percezione distorta della sessualità

 

3-esiste una terza categoria di persone che sentono il desiderio di prendere coscienza della propria dimensione fisica e del proprio centro sessuale come qualcosa di prezioso e sede di energie imprescindibili per l’essere umano. In questo caso si riparte da zero come ho scritto in un altro articolo, ovvero si cerca di osservare il corpo come lo farebbe un bambino curioso cercando piano piano di alleggerirci dai pregiudizi e false informazioni, alla scoperta di una dimensione molto più complessa, affascinante e profonda rispetto a quanto ci raccontano.

 

Partiamo da una considerazione relativa alle funzioni del centro sessuale superando certi preconcetti o mezze verità :

Il centro sessuale sia nel maschio che nella femmina si differenzia per scopi:

A- funzione riproduttiva

B- funzione del piacere

C- funzione dello scambio di energia verso l’unità

 

La religione ha spinto nella direzione della riproduzione negando il resto o promulgando una mielensa e affettata visione di unione spirituale tacciando appunto di peccaminoso l’unione carnale. In verità dove si parla di unione vera non dovrebbero esserci divisioni, poiché l’unione trascende il dualismo.

Anche la stessa differenziazione tra maschile e femminile ha come base l’uno da cui ci si differenzia con qualità complementari. Il maschile e il femminile in fondo non sono altro che qualità cromatiche di una stessa luce, con vibrazioni differenti ma di certo compatibili.

Le tre funzioni di cui ho accennato sono progressive, nel senso che l’aspetto riproduttivo appartiene alla sfera animale, ovvero alla sopravvivenza e prosecuzione della specie. La funzione della soddisfazione del piacere è un gradino sopra al primo sul piano della consapevolezza e della ricerca del funzionamento della macchina biologica umana. Spesso l’edu-castrazione porta a invertire le prime due funzioni, per cui il piacere è ritenuto una base animalesca e talvolta egoistica da cui ci si può emancipare verso il completamento di sé tramite la riproduzione. Ma come è possibile riprodursi se fatichiamo a conoscere il piacere, il corpo, la sessualità, la relazione vera?

Assistiamo assai di frequente invece a persone che danno la vita a figli nella più grande inconsapevolezza e meccanicità!!

Non sono certo qui per polemizzare ma per cogliere una situazione anche socio-culturale allarmante.

La terza funzione risulta assai lontana dal pensiero comune anche se quotidianamente si abusa del termine unione, ricerca di sé, ecc…

Affinchè ci possa essere uno scambio reale di energia, in maniera presente e consapevole, bisogna conoscere a fondo la macchina biologica umana e i suoi centri:

mentale, emotivo, motorio, istintivo e sessuale.

Al momento sarebbe inutile parlarne, tanto che anche i corsi di Tantra che stanno proliferando risultano dannosi se prima non viene intrapreso un serio percorso di conoscenza dei centri umani, del loro effettivo funzionamento, e un processo di svuotamento da falsi preconcetti e condizionamenti radicatissimi.

Sottolineo che il posizionamento/localizzazione degli organi genitali nell’uomo e nella donna ha prodotto una percezione del proprio centro sessuale diversa e spesso poi distorta. Infatti il pene e lo scroto sono esterni e ben visibili rispetto alla zona del bacino, mentre nella donna sono appena emersi alla superficie.

Che cosa comporta tutto questo?

Il maschio è convinto che il centro sessuale abbia una sua vita autonoma e che sia difficile da domare col centro mentale, tanto è vero che l’ansia da prestazione è molto più rilevante per l’uomo che parla del pene sempre in terza persona, come se fosse un compagno di viaggio a volte complice, altre volte estraneo, sconosciuto, quasi da domare. L’uomo è convinto che la sessualità ruoti quasi esclusivamente attorno alla sua verga, e parla spesso del fatto che la sua virilità dipenda dal buono o cattivo funzionamento del suo pene. La visione è piuttosto ristretta e colta solo su un livello di meccanicità fisiologica.

La femmina invece scopre molto più gradualmente il suo centro sessuale proprio perchè è più nascosto, più in ombra, più protetto. Ciò che è più nascosto,che si colloca al buio fa anche più paura. Anche l’uomo infatti spesso teme la vagina, come se nell’inconscio maschile essa potesse fagocitare il pene, divorarlo o intrappolarlo. La donna può conoscersi attraverso l’autoerotismo quasi metà della popolazione femminile considerandolo un altro grave tabù lo evita. Tante volte le ragazze sostengono di non avere la necessità di esplorare il proprio corpo, quasi il corpo fosse estraneo, privo di sensazioni e vitalità. Altre ragazze invece vivono l’atto della masturbazione come una trasgressione e conseguente senso di colpa. Sono davvero poche le donne che riescono serenamente a esplorarsi, a cercarsi, a scoprirsi. Inoltre il senso di protezione a oltranza dell’utero e organi genitali interni conduce talvolta anche a creare una barriera rispetto al pene, quasi questo invadesse il proprio territorio sacro. Il pene può divenire il simbolo della violenza primaria rispetto al confine dell’Io. Una donna che fatica a costruire una sua identità e fatica a crescere e a relazionarsi può temere il pene e l’uomo stesso. Tale paura si traduce talvolta in un fastidio durante la penetrazione (dispareunia) fino a contrazioni forti del canale vaginale che impediscono anche l’introduzione del pene stesso (vaginismo). La donna non consente l’accesso anche se chiaramente tutto ciò avviene su un livello quasi sempre inconsapevole. Talvolta ci possono anche essere aspetti organici a influenzare tale sintomatologia tanto è vero che è indispensabile anche un controllo ginecologico.

La funzione riproduttiva è svolta da organi comunque più interni sia nel maschio (testicoli) che nella femmina (ovaie e utero), mentre la funzione del piacere è legata a parti esterne (glande per l’uomo, il clitoride per la donna e il perineo che è la zona compresa tra l’ano e i genitali). Le zone erogene del piacere sono ricche di terminazioni nervose e comprendono anche i capezzoli, la schiena, soprattutto nella fascia lombare, cervicale. Non dimentichiamo che la colonna vertebrale contiene anche un fascio di nervi per cui è molto sensibile, in particolare lungo il paravertebrale. Le labbra, la lingua sono come sappiamo zone che danno piacere, ma anche il volto, il collo e la nuca, le estremità, ovvero mani e piedi.

Se ben andiamo ad analizzare, tutto il corpo e la sua superficie, la pelle, sono coinvolti nel piacere. Si tratta di uscire dallo schema che vede solo certe zone adibite al piacere.

Più aumentiamo la sperimentazione tattile, olfattiva, gustativa del corpo, più ampliamo le possibilità di usufruire del piacere, di lasciare andare le tensioni, di ricercare la fluidità, di percepire il calore, e di aumentare l’energia, piuttosto che di dissiparla.

La sessualità significa prima di tutto quindi sperimentare se stessi da soli e poi assieme all’altro.