Alexander Lowen mostra come il piacere sia la forza creativa della vita e si esprima attraverso il corpo. Il piacere del corpo è fondante per il piacere delle emozioni, dei pensieri e dell’amore. Potremmo dire che la corazza dell’individuo nega il vero piacere fondato sul contatto col corpo e sulla stabilità interna a favore di un divertimento proposto dalla società fondato sulla fuga dalla realtà, sull’illusione, sul distacco dal corpo, dalle sue percezioni, e dal mondo interno, dalle emozioni autentiche.
Il piacere è maggiormente sperimentato dal bambino che è infatti in contatto col proprio corpo, con tutte le sensazioni e percezioni ed è coinvolto con tutto se stesso. Il gioco vero presuppone questo coinvolgimento ed espressione dei propri talenti, dell’impulso creativo.
Il lavoro è piacevole per l’adulto a condizione che non senta una pressione eccessiva di dovere e responsabilità e che possa esserne coinvolto pienamente. La riuscita e la realizzazione saranno più libere e spontanee.
Il corpo è coinvolto nella vera comunicazione con la voce, la mimica, lo sguardo che esprimono la vitalità emotiva e il piacere come flusso di sentimenti che fluisce verso l’esterno.
Il dolore è l’esperienza invece del blocco del flusso emotivo innanzi a un segnale di pericolo e comporta una attivazione della coscienza e del controllo. Il piacere più spontaneo sfugge al controllo, anzi, consiste proprio nel lasciar andare il controllo mentale e percepire il flusso libero delle sensazioni del corpo. Non si può nemmeno anelare costantemente al piacere, attenderlo o porselo come obiettivo cognitivo altrimenti esso sarà sempre irragiungibile dato che lo poniamo nel tempo illusorio della mente e non nel nell’unica possibilità di ascolto e presenza, il presente.
Allorchè la mente non si mette al servizio del corpo la persona diviene inibita con blocchi corporei o egoista cioè tendente al potere, nell’illusione di controllare gli altri, di manipolarli e dominarli, separandosi sempre più dal corpo, e dall’ambiente, entrando in una spirale di scissione e isolamento. La persona di potere dipende dagli altri, dal confronto e dominio sugli altri in termini di ricchezza e autorità, lasciando un interno vuoto, dato che se questo potere diminuisce o viene meno insorge frustrazione e disperazione assoluta. Anche chi raggiunge il successo può crollare poiché scopre che il potere non procura vero piacere e felicità. Il risvolto della medaglia del potere è la società di massa che invidia e aspira a quel potere, senza riuscire a sfiorarlo. L’individuo di massa si identifica col sistema, lo subisce, è alla base della piramide gerarchica del potere. Il potere si basa sul senso di superiorità e inferiorità nel dominio, creando conflitto, ostilità e sfiducia. L’individuo che riesce ad avere una sua dimensione esce dal confronto e dalla gabbia del potere, è a contatto con la sua vitalità interna, col piacere, col corpo che esprime luminosità e vivacità nello sguardo, nell’armonia della postura e dei gesti. Egli è a contatto con sé e con gli altri.