I termini sesso, sessualità e affini sono consumati come il cibo da fast food e oramai è andata perduta anche l’origine etimologica : sex-us dal latino indicava originariamente la tessitura ( l’azione di unire tessendo, di due o più elementi per generare un Tutto). inoltre la radice “sec-” indica anche la separazione dei generi, maschile e femminile. Precedente ancora potrebbe essere l’origine greca TEK-OS che significa nato, procreato in seguito a una unione.
Prima di affrontare in altri contesti i disturbi della sfera sessuale, qui vorrei soffermarmi sull’aspetto della meccanicità che pervade la relazione col proprio corpo e ancora di più con quello del partner.
L’essere umano non conosce l’aspetto della corporeità e in particolare non ha la minima conoscenza del centro sessuale. Già fatica a distinguere e disgiungere una sensazione da una emozione o da un pensiero. Ad esempio fatica a cogliere una sensazione percettiva di tipo tattile, visivo, gustativo, uditivo, olfattivo e propriocettivo , riconoscendola e osservandola per ciò che è. Tali sensazioni sono connesse involontariamente a un ricordo, a una emozione piacevole o spiacevole, a una catena di pensieri.
Sostanzialmente l’uomo medio convinto di essere “sano”ed equilibrato non si rende conto di essere imprigionato in schemi fissi che gli impediscono di esser consapevole e presente a se stesso.
L’essere umano o meglio, la macchina umana costituita da mente-corpo-emotivo, si illude di scegliere e decidere della propria esistenza e di potere godere anche sul piano fisico in maniera attiva e presente, mentre semplicemente sta compiendo un atto meccanico, condizionato, sia che si tratti di autoerotismo, sia che si tratti di un rapporto sessuale con l’Altro.
Quello che avviene dunque è proprio questo: fare l’ “””amore””” in una sorta di stato coscienziale simile al sonno. A molti può sembrare assurdo, impossibile o esagerato, eppure è così!
Provate ogni volta che vi sfiorate da soli lungo tutto il corpo e nelle zone erogene a osservare quante volte state concentrati sulle sensazioni tattili ( es.caldo/freddo, pelle liscia/ruvida, umidità, sudore..), sulle sensazioni propriocettive (dove siamo collocati, seduti/sdraiati, in altra postura, quali parti del corpo hanno contatto col suolo o altra superficie, cosa ci circonda…), sulle sensazioni interne di tensione, rilassamento, di eccitazione…
Se veramente siete onesti con voi stessi vi accorgerete come non siate in grado di svolgere questo semplice esercizio di presenza innanzi al vostro corpo. Vedrete che spesso vi accorgerete solo in un secondo momento di esservi dimenticati di voi stessi e magari vi darà anche fastidio il fatto di non potere mantenere l’attenzione in modo costante o anche solo per pochi secondi.
Inoltre potrete successivamente notare che la vostra macchina cerca l’autoerotismo quasi sempre con le stesse modalità, ovvero la ricerca del piacere segue gli stessi medesimi schemi, quelli più conosciuti, gli unici sperimentati che magari portano a ciò che solitamente chiamiamo orgasmo.
Molto spesso le fantasie sessuali accompagnano gli accarezzamenti, gli sfregamenti e altre forme di contatto con il nostro corpo allo scopo di accelerare e favorire l’obiettivo.
Molte persone infatti private delle fantasie non sono in grado di godere. La mente quindi colle sue abituali e meccaniche forme erotiche di pensiero domina senza che possiamo in verità intervenire. Tuttavia sarebbe una pratica essenziale e indispensabile ripartire da zero anche nella sfera sessuale.
Immaginiamo di essere come dei pionieri inesperti che hanno un profondo desiderio di ricercare e scoprire una terra nuova anche se esistente da milioni di anni, anziché restare pigramente nella nostra lussuosa e comoda dimora, imprigionati dall’abitudine a sopravvivere e a far emergere il nostro saccente e minuscolo Ego (si tratta sempre della nostra macchina biologica).
Da bravi pionieri dunque dobbiamo renderci conto che siamo assuefatti all’uso di auto, tecnologie, mezzi di trasporto rapidi perdendo sempre più il contatto con la natura e che il nostro corpo non è allenato a camminare, a percepire la terra su cui cammina, a essere desto per non inciampare su terreni scoscesi, impervi. Anche il pioniere più motivato, abituato alla meccanicità delle metropoli, dovrà prendere atto della sua impossibilità iniziale a scalare l’Himalaia, ad attraversare un deserto, a solcare l’oceano più vasto e la foresta tropicale più umida e piena di animali sconosciuti.
Perciò si renderà necessario all’inizio osservare questi condizionamenti che ci bloccano e iniziare con molto impegno e sforzo a spezzare le abitudini, a utilizzare la bicicletta e farsi gradualmente guidare da un personal trainer esperto per affrontare terreni diversi dalla pianura e per utilizzare poi altre tecniche come l’arrampicata. La guida dovrà anche essere in grado di insegnarci come respirare in modo corretto per risparmiare energia e farla circolare per affrontare tutte le altitudini, arrivando poi a 3000 m , dove l’ossigeno rarefatto non sarà di ostacolo a proseguire il cammino dato che abbiamo appreso come procedere.
Il nostro corpo va osservato e toccato con occhi e mani diversi come fosse la prima volta, con stupore, curiosità e interesse. Dobbiamo risvegliare la sete della scoperta, la meraviglia della bellezza di percepirsi. Proviamo a direzionare la mente soltanto sulle percezioni fisiche, esplorando e sperimentando come se ci scattassimo una istantanea.
Alcuni di voi si chiederanno se questo esercizio sia pericoloso nel senso che ci porta a distaccarci dalle emozioni e dal piacere rendendo il tutto sterile e asettico o se addirittura induca una scissione tra le varie parti della macchina.
In realtà non è così: gradualmente possiamo osservarci mentre ci tocchiamo e mentre proviamo piacere anche intenso senza necessità di ricorrere meccanicamente alle solite fantasie e senza darci lo scopo di arrivare all’orgasmo.
Forse vi chiederete che cosa significhi OSSERVARE e in particolare in questo contesto.
La mente che inizia davvero a osservare lo fa seguendo questi parametri:
1- l’osservazione deve essere oggettiva ( dati semplici ed essenziali, ad es. se la mia mano poggia su una coscia, osservo il contatto tra le due parti e cerco anche di osservare la scena dall’esterno nel suo complesso)
2- osservare come funziona il corpo in modo più approfondito: cerchiamo di distinguere la funzione istintiva che è innata (respiro, battito cardiaco, sensazioni legati ai sensi) la funzione motoria che è legata a un apprendimento spesso imitativo, la funzione sessuale, intellettuale o mentale e quella emotiva. Risulta difficile operare tali distinzioni.
3- ne consegue che l’osservazione esclude l’interpretazione che è sempre soggettiva e porta a false conclusioni.
4- osservare non è giudicare ma descrivere ricercando sempre elementi nuovi, senza dare per scontato nulla (ogni volta possiamo scoprire un neo nuovo sul corpo, osservare differenze minime di forma tra lato destro e sinistro del corpo)
5- osservare significa tendere a restare nel presente cercando di non identificarci nel passato e non inseguire il futuro (la stessa fantasia erotica distoglie l’attenzione dal corpo come ad essere in un altro luogo e in un altro tempo illusorio e anche l’obiettivo dell’orgasmo come traguardo costante della mente impedisce di ascoltare il piacere)
6- osservare significa non avere aspettative ( ad es. capita che quando ci aspettiamo di godere secondo certe modalità, posture, ecc.. rischiamo di essere troppo identificati da non riuscire poi nemmeno a provare il piacere o a viverlo come un’abitudine priva di novità e quindi con una carica energetica inferiore. Ciò frena anche la sperimentazione e la possibilità di aprirci a un piacere dei sensi di gran lunga superiore)
7- osservare non è catalogare o incasellare perchè altrimenti ogni esperienza risulta sempre vecchia
8- osservare richiede concentrazione e silenzio mentale
Fermiamoci dunque qui per ora: possiamo scoprire il nostro corpo e provare piacere in una maniera totalmente differente a partire da una maggiore presenza e attenzione attraverso la pratica dell’osservazione che richiede molto allenamento. Non possiamo pretendere di osservare e arrivare a risultati immediati. Cerchiamo di abbandonare anche qui la tensione di arrivare. Ci impegniamo gustandoci questa sperimentazione. Buona pratica a tutti i pionieri!!