L’alcolismo è una dipendenza sia sul piano psicoemotivo che fisico e può avere molte sfumature di intensità.
Comporta la tolleranza, cioè la necessità di aumentare le dosi di assunzione per ottenere “appagamento e gratifica artificiale” e al tempo stesso una intossicazione.
L’alcolismo di fatto è associato ad altre condizioni di sofferenza, ovvero ansia, disturbi depressivi in primis, ma anche a volte a disturbi bipolari, insonnia e disturbi sessuali.
L’abuso di alcol è una forma più leggera di alcolismo in cui l’impellenza di ricorrere all’alcol è inferiore e non presenta una sindrome di astinenza.
Una forma molto diffusa oggi di abuso di alcol è il binge-drinking ovvero il consumo eccessivo di alcol nei fine settimana autorizzato e indispensabile anche in un contesto di gruppo con finalità di aggregazione, di divertimento evasivo, per mostrare forza e disinibizione.
Riguarda la fascia degli adolescenti ma anche la mezza età dei 30-40 anni.
Le interpretazioni teoriche sulle motivazioni che spingono a bere sono diverse.
L’alcool-dipendenza in psichiatria soprattutto è classificata come malattia cronica e disordine del comportamento. Possiamo individuare tre fondamentali modelli di approccio etiopatogenetico:
Nessuno dei tre modelli citati è di per sé soddisfacente e adeguato a spiegare ciò che probabilmente è un disordine con cause multiple e con un decorso complesso.
È utile dunque un modello multifattoriale che prenda in considerazione le possibili interazioni dei vari fattori genetici, psicologici nell’ ambito di specifiche situazioni ambientali, familiari, interpersonali.
Le interpretazioni psicoanalitiche della dipendenza da alcol tentano di spiegar soprattutto il meccanismo della dipendenza.
Molti psicoanalisti, a partire da Freud, hanno posto l’accento sull’importanza di alcune tendenze inconsce nello sviluppo dell’alcolismo: omosessualità latente, autoaggresività e fissazione allo stadio orale.
Essi fanno risalire il problema a esperienze inusuali del periodo orale dello sviluppo, ovvero quando il bambino dipende in tutto dalla madre per il nutrimento e le cure affettive.
Si potrebbe così sviluppare una personalità dipendente, con tendenza all’autodistruzione, che nell’ affrontare gli eventi stressanti della vita ricorrerà probabilmente all’ alcool.
Inoltre, nonostante non siano state rilevate associazioni tra tratti di personalità ed alcolismo, gli autori psicoanalitici hanno osservato negli alcolisti difetti strutturali come debolezza dell’Io e scarsa autostima (Donovan, 1986).
L’alcool assumerebbe la funzione di sostituire le strutture psicologiche assenti in modo tale da recuperare l’autostima e la capacità di prendersi cura di sé (Balint, 1968; Khout, 1971). Studi empirici mostrano, infine, un legame tra alcolismo e patologia borderline (Nace et al., 1983; Vaglum, Vaglum, 1985).
Altre ipotesi psicologiche si fondano su altri approcci teorici. Si ricordano:
Studi sociologici vedono l’abuso di alcool o come funzionale alla società nel suo complesso o come pratica quotidiana legata alla tradizione, all’etnia, agli usi del gruppo di appartenenza.
Ad un approccio di tipo genetico e biochimico appartiene la teoria genetica che vede la dipendenza da alcol come ereditaria e studia famiglie di gemelli mono ed eterozigoti e quelle di soggetti adottati separati dai genitori biologici in tenera età, valutandone le differenze.
Si hanno anche altri approcci che godono di un certo consenso: il modello moralistico e il modello della malattia.
Secondo l’approccio morale, gli alcolisti sono totalmente responsabili del loro disturbo poiché sono considerate persone dedite unicamente alla ricerca della propria soddisfazione, senza considerazione per gli altri.
Questo modello affonda le sue radici in concezioni religiose fondamentaliste connesse alle nozioni di peccato, volontà e punizione.
Il modello medico è alla basa dell’associazione Alcolisti Anonimi e contrariamente al precedente, solleva l’alcolista da ogni responsabilità.
L’origine dell’alcolismo è da ricercarsi in una predisposizione genetica all’assunzione di sostanze senza nessuna considerazione dei fattori psicologici.
Tale approccio è sostenuto dalle teorie genetiche e biochimiche.
Infine, l’approccio epidemiologico-statistico che studia l’evoluzione del problema in termini quantitativi e crea programmi di prevenzione.
Come ho già detto l’alcoolismo trova spiegazione in un modello di interazione di fattori multipli (individuali, ambientali, costitutivi, socioculturali e storici).
Come psicologa posso accompagnare nella comprensione delle origini del disagio e nella osservazione delle dinamiche cognitive e comportamentali dell’abuso o dipendenza da alcol.
Possiamo trovare assieme strategie concrete per spostare il focus dell’attenzione su ciò che dona piacere, sui propri talenti trascurati.
Con il Metodo Balance propongo un programma di lavoro in sinergia con altri professionisti (medici, naturopati, operatori olistici, dietologi, nutrizionisti…) volto a:
1- Disintossicazione naturale, attraverso:
2- Riarmonizzazione della triade mente-corpo ed emotivo con:
Se senti il desiderio di affrontare il disagio e la sofferenza connessi all’alcol mi puoi contattare per informazioni e per un eventuale incontro. Troveremo la soluzione più adatta a te per ritrovare la strada verso il benessere.