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Disturbi d'ansia e classificazione

Classificazione dei disturbi di ansia

L’ansia è un’esperienza umana universale e non necessariamente patologica.

Essa diventa un disturbo se è irragionevole (altrimenti si chiama “paura”), è particolarmente forte e determina un disagio significativo.

Tradizionalmente si distingue tra:

  • Ansia: sentimento penoso associato a un atteggiamento di attesa di un evento imprevisto e vissuto come spiacevole;
  • Angoscia: sensazione di estremo malessere accompagnata da manifestazioni somatiche;
  • Paura: legata a un oggetto, a una precisa situazione (Marcelli, 2000).

 

Una particolare attenzione va posta alle manifestazioni ansiose in età evolutiva: molte paure sono tipiche e normali in alcune fasi dello sviluppo e l’ansia può manifestarsi in molte forme mascherate.

 

I sintomi ansiosi possono essere classificati come:

  • Risposte fisiche (aumento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, aumento della tensione muscolare, diminuzione della temperatura alle estremità, aumento della sudorazione, dispnea con sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea e vomito, possibile apprendimento per condizionamento classico, possibile circolo vizioso cognitivo);
  • Risposte comportamentali:
    • Fuga (allontanarsi da uno stimolo ansioso);
    • Evitamento (evitare il contatto con uno stimolo ansioso).
    • Possibile apprendimento per condizionamento operante:
      • Attraverso rinforzamento negativo;
      • Attraverso rinforzamento positivo;
      • Risposte cognitive (pensieri anticipatori negativi-di solito irrealistici o esagerati-.interpretazioni distorte della realtà, esagerazioni sull’importanza di certi eventi, senso di instabilità, derealizzazione, depersonalizzazione, paura di perdere il controllo e impazzire, cadute nelle abilità di pensiero e pianificazione);

 

Un po’ di dati alla mano sui disturbi di ansia

Quanto sono diffusi nella popolazione i disturbi d’ansia?

Coinvolgono oltre il 10 % della popolazione, ma il dato è di gran lunga superiore.

Infatti i dati ufficiali sono quelli relativi a ricerche scientifiche, indagini statistiche e di certo non tengono in esame tante condizioni sommerse e con cui noi clinici ci confrontiamo quotidianamente, assieme ad esempio a colleghi medici, naturopati, operatori olistici, dietisti, massaggiatori, ecc…

Le Fobie specifiche probabilmente raggiungono il 10% da sole, e mi riferisco a fobie particolari rispetto a un oggetto o situazione ben delimitati, come animali (ragni, insetti, serpenti…), condizioni ambientali (l’altezza, il temporale, l’acqua…), sangue (ma anche aghi, ferite, operazioni chirurgiche), spazi e mezzi dove sembra mancare spazio vitale e vie di fuga ( ambienti chiusi -claustrofobia-, volare in aereo, guidare l’auto, restare chiusi in ascensore, percorrere un ponte o un’autostrada).

Le persone sono consapevoli di temere in eccesso le situazioni per cui hanno fobia ma non riescono in nessun modo da sole a ridimensionare le reazioni.

Innanzitutto prevedono danni catastrofici e pericoli certi innanzi all’oggetto fobico senza un riscontro reale.

Temono di perdere il controllo, e possono svenire o avere vertigini fino a un vero e proprio attacco di panico in assenza di una via di fuga certa.

 

L’ansia non vien quasi mai da sola

I disturbi di ansia si manifestano assieme ad altri disturbi in spirali viziose piuttosto gravose.

Spesso troviamo comorbilità tra differenti disturbi d’Ansia (es. ansia da Separazione; ansia Generalizzata). L’ansia si sovrappone a disturbi dell’apprendimento (con problemi importanti anche di diagnosi differenziale) a disturbi dell’umore (depressione, ciclotimia…), disturbi del sonno (insonnia), disturbo da deficit dell’attenzione/Iperattività;

 

Quali cause intercorrelate portano come effetto l’ansia?         

Le cause sono sintetizzabili in alcune dimensioni intrecciate e tra le principali troviamo:

  • Fattori genetici e familiari-educativi (storia familiare con uno o entrambi genitori o anche nonni con disturbi d’ansia e imprinting di stili di attaccamento ansiosi di tipo insicuro ambivalente)
  • Condizioni di vita stressanti (un eccessivo carico di mansioni lavorative e/o familiari, lavoro pendolare o turnista…)
  • Eventi traumatici (lutti, incidenti, subire o assistere a una violenza, abuso, eventi di guerra, subire un furto in casa…)
  • Fattori emotivi e di personalità: immaturità, dipendenza, condiscendenza verso l’adulto, conformismo ed eccessivo desiderio di piacere, pensieri irrazionali.

 

 

Quali forme presenta l’ansia?

I disturbi d’Ansia, secondo la classificazione del DSM-V, comprendono principalmente:

Disturbo d’ansia da separazione che insorge spesso nell’infanzia ma che può anche manifestarsi in età adulta  (con una eccessiva angoscia quando i genitori sono fisicamente distanti dai bambini, preoccupazione che possa capitare qualcosa di tremendo ai genitori, paure insolite  di essere rapiti da sconosciuti, da fantasmi o alieni nascosti nella camera da letto, in particolare prima di dormire, paura di perdersi, rigetto di andare a scuola o in altri luoghi distanti da casa, comparsa di sintomi fisici, come mal di stomaco, mal di testa, sintomi influenzali, ecc. innanzi alla possibilità di una separazione, paura del buio, disturbi del sonno e incubi frequenti sulla separazione dai genitori)

Mutismo selettivo

Fobia Specifica

Disturbo d’ansia sociale (caratterizzato da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina condotte di evitamento).

 

Il disturbo di panico e agorafobia sono diagnosticati a parte oggi per via della sintomatologia specifica, anche se personalmente ritengo che chi soffre di attacchi di panico abbia un fertile terreno ansioso, proprio di ansia generalizzato.

Un Attacco di Panico corrisponde a un periodo preciso durante il quale vi è l’insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati con una sensazione di catastrofe imminente.

Durante questi attacchi sono presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di “impazzire” o di perdere il controllo.

L’Agorafobia è l’ansia o l’evitamento verso luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto in caso di un Attacco di Panico o di sintomi tipo panico.

 

Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive.

 

Il Disturbo d’Ansia Dovuto ad una Condizione Medica Generale è caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia ritenuti conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale.

Il Disturbo d’Ansia Indotto da Sostanze è caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia ritenuti conseguenza fisiologica diretta di una droga di abuso, di un farmaco o dell’esposizione ad una tossina.

 

Roberto Infrasca (2000) mostra come l’ansia appare una delle patologie psichiatriche più frequenti.

Varie ricerche effettuate in paesi occidentali tra gli anni ’40 e ’60 hanno rilevato una prevalenza di stati d’ ansia nella popolazione generale tra il 2.0 e il 4.7% con una maggiore consistenza della categoria femminile.

In una recente ricerca sono state riscontrate per i disturbi dell’umore, per quelli ansiosi e dello spettro schizofrenico prevalente nell’ arco della vita rispettivamente del 19%, 25%, 0,7%, concludendo che il 48% della popolazione soffre nella vita di disturbi psichiatrici e che la diagnosi principale formulata dai medici è per il 75% di depressione e per l’80% di disturbi d’ansia.

Essendo l’ansia oramai parte integrante della società odierna non possiamo ignorarla!

 

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