Il disturbo ossessivo-compulsivo è descritto nel DSM IV come caratterizzato da ossessioni e/o compulsioni.
Le ossessioni sono definite come idee, impulsi o immagini persistenti che vengono esperiti come intrusivi e senza senso. Il soggetto tenta di ignorare o sopprimere tali pensieri o impulsi o neutralizzarli con altri pensieri o azioni . La persona riconosce che le ossessioni sono il prodotto della mente e che non sono imposte dall’ esterno.
Le compulsioni invece sono comportamenti ripetitivi, finalizzati e intenzionali eseguiti in risposta a un’ ossessione , secondo certe regole e in modo stereotipato. Il comportamento ha lo scopo di neutralizzare o prevenire qualche disagio o evento o situazione temute. L’ attività non è connessa in modo realistico con ciò che essa dovrebbe neutralizzare o prevenire o può essere chiaramente eccessiva.
L’ individuo riconosce ed è consapevole del fatto che il suo comportamento è eccessivo o irragionevole. Le compulsioni sono dette anche rituali o cerimoniali. Le ossessioni producono ansia e le compulsioni sono azioni evidenti (overt) o mentali (covert) eseguite nel tentativo di attenuare l’ansia. Non esistono compulsioni senza ossessioni ma possono esistere ossessioni pure . Tale patologia è caratterizzata da scarso insight e le ossessioni e compulsioni interferiscono in modo significativo col funzionamento psicosociale del soggetto .
Tallis (1995) ritene che le modalità di presentazione clinica del disturbo siano le seguenti:
– dubbi continui: gli ossessivi hanno perso un’ unica funzione e cioè il senso epistemologico e non hanno fiducia nella capacità di ricordare gli eventi .
– scarsa tolleranza dell’incertezza
– ipercoscienziosità e perfezionismo
– disturbi dell’ umore : ansia, depressione, senso di colpa
Steketee (1997)ha riportato alcuni risultati del lavoro dell’ Obsessive Compulsive Cognitions Working Group :
1) eccessiva importanza attribuita al pensiero , caratterizzata dagli aspetti tipici della fusione fra pensiero e azione (pensare a qualcosa equivale a metterla in pratica), della superstizione e del pensiero magico .
2) senso di responsabilità eccessivo non solo relativamente alle colpe di commissione ma soprattutto rispetto a quelle di omissione.
3) Necessità di un controllo totale sui pensieri e di seguire regole rigide .Ciò porta ad atteggiamenti e convinzioni di ipervigilanza e attenzione alle conseguenze morali .
4) Ipervalutazione della minaccia, rispetto al rischio, al danno, alla gravità e probabilità di essa . Le convinzioni relative riguardano tutte l’ esagerazione della probabilità e gravità del danno .
5) Intolleranza dell’ ambiguità e dell’ incertezza . E’ contraddistinta dalla convinzione circa la necessità di essere certi di poter sempre far fronte a ogni mutamento .
6) Perfezionismo caratterizzato da eccessiva preoccupazione per gli eventuali errori e dalla convinzione che esista una soluzione perfetta di ogni problema per cui trovare e realizzare tale soluzione sarebbe necessario e obbligatorio.
7) Le conseguenze dell’ ansia, colle convinzioni rispetto al costo emotivo e all’ intollerabilità dell’ ansia .
8) Il controllo delle circostanze di vita.
9) L’ importanza della memoria , con convinzioni riguardanti l’ esigenza di ricordare ogni cosa nei minimi particolari, e la conseguente potenziale pericolosità di ogni dimenticanza .
Davide Dèttore (1998) riassume i principali trattamenti comportamentali a tale disturbo : tecniche di esposizione, prevenzione della risposta , dilazione della risposta , pratica negativa o massiva, tecnica dei rituali obbligati , modificazione delle contingenze di rinforzo , tecnica per la lungaggine ossessiva ,tecnica per le compulsioni all’ accumulo e all’ accaparramento, compiti a casa , prove comportamentali e tecniche fisiologiche di riduzione dell’ ansia .
I principali trattamenti cognitivi invece sono : individuare e modificare i pensieri automatici e identificare gli schemi base e modificarli .
Secondo l’approccio psicodinamico, all’origine del disturbo ossessivo compulsivo vi sarebbe la regressione, di fronte a stimoli che suscitano la libido edipica fonte d’angoscia, lungo la via dello sviluppo psicosessuale dalla fase edipica alla fase anale. Una conseguenza di tale regressione è anche la perdita dell’integrazione tra pulsioni aggressive e sessuali tipica della fase edipica e ciò spiegherebbe l’intensa ambivalenza che caratterizza questi pazienti.
La spiegazione psicodinamica è stata però messa in discussone sia dalla ricerca biologica, sia dalla letteratura sugli esiti terapeutici che suggeriscono l’esistenza di una base biologica della malattia (Gabbard 2000).