Che cosa sia l’approccio olistico è questione complessa da descrivere.
La definizione potrebbe essere più immediata in base all’etimologia greca della parola: olismo, dal greco “òlos” che significa TUTTO, TUTTO ASSIEME, UNITA’ DI PIU’ ELEMENTI.
Indubbiamente approcciarsi in maniera olistica soprattutto per uno psicologo comporta approfondire varie discipline e metterle in connessione. Inoltre comporta anche il fatto di riconoscere l’unicità e diversità di ciascuna persona che viene a chiedermi una consulenza e un percorso di presa di coscienza di se stessa più profonda.
Ciò significa disporre di molti strumenti e possibilità, ma anche la difficoltà e delicatezza del mettere in connessione armonica tali elementi, ogni volta in maniera differente proprio per l’unicità e specialità di ciascuno.
A mio avviso quindi la categorizzazione piuttosto rigida e stereotipata del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali viene a perdere di vigore anche se resta un codice, un linguaggio di comunicazione, scambio universale nell’ambito della salute mentale.
Che cosa è utile considerare nel prendere in considerazione a 360° una persona che si rivolge a me, per chiedermi un aiuto?
Ritengo che lasciare iniziare la persona a esprimersi liberamente cercando di metterla a proprio agio sia il primo passo. Non mi interessa compilare un questionario subito e dare la sensazione di un interrogatorio e di un giudizio sotteso a esso, controproducente. In incontri successivi può essere interessante integrare ciò che ho colto con il colloquio con un test di tipo clinico oggettivo come il CDQ, o test di valutazione della patologia della personalità, o anche con test proiettivi come TAT o Rorschach.
In certi casi è utile guidare la persona con domande aperte per accoglierla, se si sente disorientata.
Dall’ argomento che mi viene presentato mi aggancio per esplorare alcuni ambiti fondamentali della vita della persona, settori o spicchi di una ruota della vita.
Per ciò che concerne il livello della materia e della fisicità della persona è ad esempio indispensabile comprendere quali malattie fisiche rilevanti ha avuto durante il suo arco di vita, quali tensioni sente abitualmente nel corpo e in quali zone specifiche, quanta energia e vitalità percepisce in quel momento e se ha avuto fluttuazioni o cali profondi di vitalità , difficoltà o meno del sonno, lo stile alimentare (anche eventuali allergie o intolleranze) e il rapporto col cibo, utilizzo di farmaci chimici e/o naturali, attività sportiva praticata o possibilità avute di sperimentare consapevolmente la respirazione.
Il corpo ci parla, comunica con il suo linguaggio, esso si fa strumento molte volte del disagio del centro emotivo e del centro mentale. Lavora per analogia e simboli, talvolta così evidenti da non essere colti direttamente dalla parte cosciente. Qui mi interessa mettere in luce che l’INCONSCIO individuale freudiano e quello collettivo junghiano, sono riferimentei importanti, anche se non gli unici. Il corpo traduce quasi sempre le richieste o i conflitti del nostro inconscio.
Il corpo inoltre, in particolare gli occhi fisici utilizzano regole di percezione che sono poi le stesse che la mente ripropone per leggere e interpretare la realtà. Le leggi della buona forma gestaltiche sono un altro punto di appoggio nel comprendere la persona e anche per lavorare assieme a lei per cogliere l’armonia della forma interna e dell’osmosi con la forma esterna, osservando l’armonia o disarmonia della figura (individuo) con lo sfondo (ambiente).
Lavorare in maniera olistica significa dunque cercare di integrare anche vari appprocci psicologici per cogliere sempre di più la persona.
Infatti anche la visione sistemico-relazionale è utile, dato che spesso la sintomatologia del singolo si fa portatrice del malessere e del disagio del sistema, sia esso la famiglia, il gruppo di lavoro ed altro. Utilizzo il genogramma per ricostruire un albero genealogico familiare in cui oltre al grado di parentela, si segnalano separazioni, lutti, qualità dei rapporti, ecc… Solitamente la persona porta energeticamente e non solo geneticamente i pesi di familiari. Apprezzo molto infatti la visione delle Costellazioni familiari.
Alcuni strumenti dell’appproccio cognitivo-comportamentale sono importanti per osservare le meccanicità e distorsioni degli schemi mentali che guidano le nostre scelte e previsioni o progettualità. Potere lavorare sul qui e ora, sul presente cogliendo questi condizionamenti mentali massicci porta poi a lavorare sull’assertività, sul problem solving, sul brain storming, e focalizzarsi sulle priorità, sugli obiettivi a breve, medio e lungo termine.
Lavorare sul qui e ora è anche l’aspetto essenziale di un appoccio bioenergetico e biosistemico in quanto attraverso vari esercizi come il radicamento al suolo, la cammminata conasapevole possiamo percepirci in modo più consapevole sulla terra, che ci sostiene e ci consente di centrarci su noi stessi. La disciplina poi dello yoga porta con sé la possibilità di armonizzare i centri fisico, mentale emotivo e sessuale grazie anche all’uso di poche posture di base, alla percezione del respiro, esercizi di focalizzazione mentale sul corpo attraverso il respiro.
La visualizzazione guidata con uso di archetipi porta la persona in stato di rilassamento cosciente e non ipnotico a cogliere meglio il proprio percorso di vita, ad accrescere le proprie risorse e a esprimerle con più efficacia.
L’arteterapia è uno strumento che consente di esprimere in modo naturale, creativo, ludico le proprie energie interne, farle fluire e alleggerire il carico emotivo-mentale ma anche quello fisico, soprattutto nei laboraratori di gruppo.
Diciamo che questa è semplicemente una piccola introduzione sulla visione olistica che richiederà ulteriori approfondimenti.