Immersi nella campagna di Castel San Pietro Terme (Bologna), via Viara 6830
Dalle ore 9,00 alle ore 14,00
L’albero è un archetipo universale ed esistenziale essenziale per l’essere umano che trova racchiuso in esso tanti aspetti fondamentali per la sua crescita.
L’albero è simbolo della ciclicità nella materia densa, a partire dalla potenza esplosiva del seme che può svilupparsi in varie direzioni in base al nutrimento che riceve sia dal basso, dalla terra, sia dall’alto, dalla luce solare e dall’acqua piovana.
Il germoglio esprime la forza della giovane pianta che deve lottare per esprimersi e crescere in mezzo agli ostacoli e alle resistenze della foresta, deve farsi spazio e trovare le condizioni per potere sopravvivere.
La crescita prosegue poi con un ritmo, accentuato in primavera, per sprigionare vitalità, creatività, colori, profumi e vibrazioni intense e dense, per passare all’apice della produttività, al raccolto dell’estate, al calore più stabile, per arrivare all’autunno, con il suo lasciare andare foglie che hanno chiuso il loro ciclo vitale, con lo spogliarsi dell’eccesso per arrivare all’inverno, alla sua essenzialità austera, resistente al gelo, ritirato nella riflessione del letargo, dell’attesa di una nuova rinasciata. L’inverno è la preparazione paziente, la gestazione di una nuova vitalità.
L’albero procede attraverso il ciclo delle stagioni e si fa portatore delle età progressive dell’essere umano, in un continuum circolare privo di interruzioni e dualismi.
L’albero è l’unità del cielo, il maschile, e della terra, il femminile: il sole con i suoi raggi penetra la madre terra, la feconda e madre terra riceve, accoglie, trasforma il seme…la magia dell’incontro sessuale archetipico.
L’albero e la sua verticalità, la sua evoluzione dal basso verso l’alto contro la forza di gravità esprime anche l’energia umana che necessita di essere incanalata per superare le leggi gravitazionali e sollevarsi su due piedi, elevandosi verso il cielo. Come l’albero, l’uomo non può prescindere dalle sue radici, dalle sue origini, siano la famiglia, la casa, la terra che ne ha visto i natali, le tradizioni culturali, e infine la propria origine più profonda, quella divina, la scintilla che brilla all’interno e di cui non è consapevole alla nascita e fino a un suo possibile risveglio mediante un lungo processo evolutivo che richiede strumenti adeguati e una guida consapevole.
Senza radici, l’uomo non può ricercare il nutrimento dal cielo, perchè mancherebbe di stabilità, di sostegno essenziale e imprescindibile.
L’uomo ha bisogno di lasciare la presunzione intellettiva che lo porta a razionalizzare in alto, convinto di conoscere la vita attraverso gli schemi mentali condizionati ed errati, ha bisogno di portare l’attenzione verso i propri piedi, al radicamento al suolo, per superare paure e aspettative irrealistiche, per percepirsi e prendere più consapevolezza del proprio corpo.
L’albero con il suo tronco ha centratura possente, calma, e al tempo stesso fluidità della linfa vitale che scorre continuamente portando all’espansione dal basso verso l’alto per ridiscendere dall’alto verso il basso. Il tronco dell’albero come l’addome umano è il centro che congiunge gli estremi, il centro dell’essere che consente di creare una calma profonda anche in mezzo alla tempesta. Infine la chioma fluente, ricca, abbondante è sinonimo di flessibilità, adattamento, movimento, duttilità, scambio osmotico con l’ambiente di cui fa parte.
Difficilmente i rami si spezzano poichè l’albero è stabile, non rigido, non bloccato. L’essere umano ricerca un equilibrio armonico tra la stabilità e il movimento di relazione e scambio emotivo, affettivo, energetico con l’altro, con la natura e l’universo. L’albero ripropone all’uomo come innanzi a uno specchio, il ciclo del respiro, del soffio vitale che permea il Tutto.